lunedì 13 maggio 2013

LILIA SILVI


   LILIA SILVI, nome d'arte di Silvana Musitelli, nasce a Roma nel 1921. Da ragazzina frequenta l'Accademia S.Cecilia e la scuola di ballo dell'Opera di Roma, mentre in seguito studia recitazione con la Contessa Serra, partecipando (assieme alle allieve Marisa Merlini e Antonella Steni) ad alcuni spettacoli al Teatro dei fanciulli (oggi Flaiano) curati da Vittorio Metz. Debutta al cinema poco più che quattordicenne in un piccolo ruolo nel film "Il cantico della terra" (1936). Nel 1937 è una fioraia nel grande successo "Il signor Max" di Mario Camerini e nel 1938 una dattilografa in "Partire" di Amleto Palermi, due piccole parti ma con l'opportunità di recitare accanto a Vittorio De Sica. La notorietà giunge nel 1939, dove è la compagna di banco "terremoto" di Alida Valli in "Assenza ingiustificata" di Max Neufeld. Questo film le apre la strada per i ruoli successivi  di ragazza dolce e romantica ma allo stesso tempo vivace e irrequieta del cinema dei telefoni bianchi in cui sarà richiestissima e ottimamente utilizzata anche come interprete canora e danzante. Nel 1940 gira ben cinque film: "Il segreto di Villa Paradiso", "Arditi civili", "Scarpe grosse" (accanto ad Amedeo Nazzari e in cui fornisce una sofisticata interpretazione), "Dopo divorzieremo" (in uno splendido ruolo di supporto a Nazzari e Vivi Gioi) e "Giù il sipario", in cui mostra le sue ottime doti comiche accanto a Sergio Tofano. Nello stesso anno si sposa con il calciatore Luigi Scarabello, che oltre ad aver militato in nazionale, ha condiviso alcuni set con la moglie sia come attore che come assistente alla regia; da questo matrimonio nasceranno tre figli e la loro unione durerà fino alla morte di lui nel 2007. Nel 1941 prosegue la sua carriera con due film di successo: "Barbablù" di Carlo Ludovico Bragaglia , accanto a Nino Besozzi, e "Scampolo" di Nunzio Malasomma, dove recita nuovamente con Nazzari e che resta la sua migliore interpretazione. Nel 1942 è (con Carla Del Poggio e Irasema Dilian) una delle inseparabili amiche di "Violette nei capelli", e continua a formare un'ottima coppia artistica con Amedeo Nazzari in due film, "Giorni infelici" di Gianni Franciolini, in un ruolo malinconico e di spessore, e "La bisbetica domata" di Fernando Maria Poggioli, in una divertente rilettura moderna e dove la troviamo anche come interprete canora. Nel 1943 uno dei film con cui viene spesso identificata, "La vispa Teresa" di Mario Mattoli (celebre l'intermezzo musicale "Sento il cuore che batte"), mentre l'anno seguente esce la fortunata commedia rosa "Il diavolo va in collegio" di Jean Boyer dove la Silvi interpreta il successo musicale "La canzone dell'usignolo". Dopo gli eventi bellici torna sugli schermi nel 1946 con "Biraghin" di Carmine Gallone, ambientato in una scuola di ballo e dove mostra ancora una volta di essere un artista a tutto tondo. Nello stesso anno approda in teatro. Si dedica dapprima alla prosa facendo compagnia con Enzo Biliotti e recitando in seguito con Scelzo, Cei e Betrone; poi è interprete di vari recital in lingua francese che porta in tournée all'estero; nel 1950 debutta invece nel teatro di rivista accanto a Carlo Campanini in "Chi vuol esser lieto sia". Nel 1951 è di nuovo sugli schermi col film "Napoleone" di Carlo Borghesio, in cui divide la scena con Renato Rascel e Marisa Merlini, mentre due anni dopo è nel cast del film "Viva la rivista" di Enzo Trapani. A questo punto l'attrice decide di abbandonare le scene per dedicarsi completamente alla famiglia, salvo ritornare per alcuni interviste ed omaggi radiofonici e televisivi. Ma a grande sorpresa, dopo quasi 60 anni di assenza dai set, il regista Gianni Di Gregorio la convince a tornare a recitare nel film "Gianni e le donne", uscito nelle sale nel 2011. Nello stesso anno esce anche il documentario "In arte Lilia Silvi" di Mimmo Verdesca ed inoltre l'attrice riceve il premio Chioma di Berenice alla carriera alla Festa del Cinema di Roma. La "ragazza-terremoto" ci lascia il 27 luglio 2013 all'età di 91 anni.

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