martedì 9 aprile 2013

MISS ITALIA s'ha da fare!

    



    Sono delle ultime ore le polemiche sulla possibilità di non vedere il concorso di MISS ITALIA sulla nostra amata tv. Infatti, nonostante la patron Patrizia Mirigliani abbia preso contatti e contratti con gli sponsor e organizzato le selezioni regionali (dando lavoro tra l'altro a parecchie persone), la Rai non ha ufficializzato la presenza del concorso nei palinsesti di settembre. Motivo principale i costi; essendo fuori garanzia, sarebbe una spesa troppo azzardata in questi tempi di crisi. Andare a Mediaset? Beh l'aria di tagli si è fatta sentire anche alla concorrenza. E allora che si fa? Abbandoniamo il concorso ai giornali senza la presenza di tv? Lo regaliamo a Sky, che lo renderebbe di nicchia e non valorizzato? La Rai, secondo me, dovrebbe fare un ultimo sforzo. Stiamo parlando sì di un concorso di bellezza, ma anche di una macchina potente dello showbitz. O meglio stiamo cancellando una delle pagine della storia del costume e dello spettacolo italiano. In tutti questi decenni, ogni epoca si è sempre associata a Miss Italia, dal dopoguerra, al boom, alle dimostrazioni femministe. E' pur vero che il concorso negli ultimi anni, nonostante restyling e nuovi metodi di presentazione, ha perso lo smalto originale, pur parificandosi con le esigenze e i canali informativi di oggi. Ma la soluzione non è la cancellazione, bensì, da parte della Rai (che deve essere quasi per regola partner sostenitrice del concorso a livello culturale), il fornire alla "corte" della Mirigliani un valido staff di autori, giovani o non, lontani dai luoghi comuni dei soliti show, staccati dai team dei soliti conduttori. Persone che amino e conoscano il concorso e che cerchino nuove formule di presentazione lontane dai stereotipi del momento, ma  al tempo stesso conciliati col "vecchio" e il retrò, sempre e comunque per ricordare la storia e l'identità di Miss Italia. Spero fino all'ultimo che Matrigna Rai ci ripensi, magari faccia dei tagli a varie obrobrietà costose dei suoi canali per non oscurare un pezzo di "Italia". E, se non fosse così, spero che non saltino i contratti per la realizzazione della kermesse, anche se (nel caso venisse proprio cancellata) la difenderei fino all'ultimo ospitandola a basso budget nel mio scantinato.

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